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Analisi sensoriale Grappe e Distillati – Sunrise Cocktail Bar – 15 dicembre 2015 – Falerna (CZ)
È bastato abbinare le parole “analisi sensoriale” e “grappe e distillati” per convincermi a percorrere 140km (all’andata e al ritorno) ed arrivare a Falerna Marina, al Sunrise Cocktail Bar di Francesca Mannis, per una serata di assaggio (che non è la stessa cosa di “degustazione”) condotta da Michele Di Carlo. Che tanto 140km non sono niente per Little Birds. E però resto a dormire a Falerna, che voglio tornare intera a casa e qualcosa da fare nei dintorni l’indomani la troverò. Decido di restare a dormire lì anche per regalarmi del tempo che non sia scandito. Per regalarmi il tempo di nutrire la mia pelle con la crema dopo la…
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Aspettando “Qafiz” – Villa Rossi – 7 dicembre 2015 – Santa Cristina d’Aspromonte (RC)
Adoro gli Chef. Credo sia per il fatto che mi nutrono. Ovvero, io introduco nel mio corpo qualcosa che loro hanno pensato, immaginato, visualizzato, cucinato più volte, provato e riprovato, stravolto, ripensato e cucinato ancora. E hanno fatto tutto questo solo perché ciò che ingerisco possa essere di mio gradimento, solo perché sperano possa piacermi. Nutrimento e piacere.E’ il massimo. Li adoro anche per i nomi che danno ai piatti. E appena ho letto il menu che Nino Rossi aveva pensato per la serata di presentazione del suo nuovo progetto “Qafiz”, mi sono detta che avrei dovuto provare la sua cucina. Dunque prenoto, salgo in auto e parto. Percorro strade che conosco…
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Itinerario del Gusto – Casale 1890 Tenuta Tramontana – 28 novembre 2015 – Reggio Calabria
Mi trucco e mi vesto (ho scelto un abitino maculato bianco/nero). Salgo in auto e parto. Ho prenotato un posto alla serata organizzata dalla Cantina Tramontana presso il loro ristorante: Itinerario del Gusto – Toscana-Calabria. Il posto, a Sambatello (Reggio Calabria), è splendido soprattutto per quel balcone naturale e spettacolare su cui si apre l’edificio che si affaccia sullo Stretto di Messina e che abbraccia l’arco visivo che va dall’Etna quasi fino alle Isole Eolie. Lo conoscevo già perché mi aveva invitata a visitarlo Enzo Cannatà, grande amico e grande Chef calabrese (di Cittanova) che ha il pregio di riuscire ad esaltare al meglio i prodotti più autentici e identitari…
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Una volta si può anche piangere
Io, il giorno dopo il suo funerale, sono partita. E’ successo un anno fa. Avevo programmato da tempo quel viaggio e tra gli appuntamenti ce n’era uno particolarissimo: ero riuscita a trovare un posto per andare a vedere il Cenacolo di Leonardo da Vinci. Lo avevo detto a mio padre e lui contentissimo mi aveva risposto, sgranando gli occhi, “Che culo!“. Ero già stata a vederlo una volta perché, da piccola, era stato lui a portarmi e ricordo che allora non c’erano file, non c’erano prenotazioni, non c’erano controlli, non c’erano tempi di visita da rispettare. C’era solo il dipinto, a due passi dai visitatori, che quasi si sarebbe potuto…
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#LittleBirdsOnFB_06
E’ dura la vita di noi donne solitarie. Non siamo single nè zitelle da compatire. Siamo donne che sanno che la compagnia è bella ma se non c’è non ne facciamo un problema: Stiamo bene con noi stesse. Eppure ispiriamo diffidenza, inneschiamo curiosità, destiamo stupore. Sedute al tavolino del bar in piazza, con uno spritz davanti, siamo oggetti da guardare. Al tavolo del ristorante, sempre che ci facciano sedere perché siamo “una”, diventiamo esseri da studiare. La nostra indipendenza destabilizza. Ci vogliono coraggio e fiducia per avvicinarsi a noi. Siamo come i pandori in busta a marchio supermercato che li compri solo se hai voglia di scoprire che gusto hanno.…
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Acini&dolcini
L’altro giorno mi chiama Dino e mi dice “Vieni da noi a San Marco Argentano, stiamo vendemmiando“. Ovvio che dico di si e, avendo fatto un po’ di rumore sui social, come è mia abitudine, conquisto anche un invito per caffè, dolcini e vino da Antonietta a Roggiano Gravina. Assemblo l’equipaggio di parenti (andate a leggere il post precedente, Fallimenti) e si parte verso la provincia di Cosenza. Ovviamente, guido io. Attraversiamo le Calabrie e ci scopriamo ad osservare i paesaggi sempre diversi, alcuni più puri di altri, alcuni in cerca di identità, altri prepotenti, altri ancora di una dolcezza che non ti aspetti da questa terra così arcaica ed essenziale. Arriviamo…
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#LittleBirdsOnFB_05
“È una precarietà di vita che ti stronca l’aspettativa di un domani e che ti invita a non spenderti troppo adesso, tanto prima o poi qualcuno arriverà a salvarti” (L.B.) Abbiamo costruito senza regole dove abbiamo voluto. Abbiamo interpretato le leggi come abbiamo voluto. Abbiamo dato il potere di decidere e di fare a chi abbiamo voluto. Abbiamo ignorato e siamo stati assenti quando abbiamo voluto. La natura ha i suoi spazi e quando vuole se li riprende. Ma io so che lungo quell’unica strada e quell’unico binario corre, con i suoi tempi, un mondo unico di complessità senza uguali. Tra qualche settimana torno a ritrovare la Locride.
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#LittleBirdsOnFB_04
Dice “Quanto sei severa con te stessa?” “Sono rigorosa con me. Sono ipercritica. Sono inflessibile. Sono spietata. Ma mi sono conquistata. Ho imparato ad amarmi e adoro viziarmi proprio come si fa con la persona amata. Riconosco dove sbaglio, ne faccio tesoro e mi concentro su ciò che non sbaglio. Forse la gente passa più tempo a contare le proprie sconfitte piuttosto che le proprie vittorie. Forse è per questo che non sono felici. Rompete le barriere e passate dall’altra parte”
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Pezzetti
L’altra sera sono uscita con la Ragazze per una delle nostre “uscite rituali”, ovvero quelle in cui lasciamo cadere per terra (o nel mare…dipende) un pezzetto di ciò che siamo state e che non fa più parte di noi. Ne parliamo tutta la sera, lo esaminiamo, lo osserviamo dall’esterno, lo valutiamo per tutto ciò che ci ha dato e tutto ciò che ci ha preso e lo ringraziamo prima di lasciarlo andare. Ce ne liberiamo, così da far spazio ad altri pezzetti di noi che erano nascosti e che costruiranno ciò che saremo. Un po’ come perdere i denti da latte. Un po’ come cambiare la pelle. Un po’ come fa…
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Fallimenti
Nella mia precedente vita (ovvero qualche anno fa) vivevo il fallimento come un dramma. Era un buco nero che avrebbe irrimediabilmente risucchiato e azzerato tutti gli sforzi che facevo per raggiungere la perfezione. Il fallimento mi faceva capire che non sarei mai stata perfetta nonostante tutte le energie che consumavo in questa titanica impresa. Ieri mi dannavo, piangevo, lanciavo piatti per terra, non riuscivo a respirare, oggi rido sonoramente di me stessa: mentre cado (come è successo stamane appena uscita dal bar dopo l’aperitivo con il Locrideo), mentre sbaglio, mentre mi dimentico le cose e mentre fallisco, con soddisfazione. Per esempio. L’altro giorno mi chiama Dino e mi dice “Little…