Viaggiare

Il viaggio

10523910_10205701408724811_4460546666252090533_nSono arrivata da questo mare. Queste onde mi hanno portato fino a qui e questi scogli hanno distrutto la mia barca. Adesso non posso più tornare indietro.

Non posso restare laggiù al mare, devo andare a scoprire questa terra. Risalgo a fatica il promontorio: mi fa male un piede, ho sbattuto su una grossa pietra. Il sole è così forte che non riesco a guardare l’orizzonte. Il mio viaggio è iniziato.

Risalgo dal mare seguendo la traccia dell’acqua. Le fiumare scendono dalla montagna e gonfiano il mare. Sono i rivoli fertili che scendono dalle valli aperte della montagna. La montagna femmina apre le valli al mare. E scendono rivoli fertili.

Sono confusa. Non so più dove mi trovo, il paesaggio cambia in continuazione. Davanti ai miei occhi.

Spuntano rocce che indicano al cielo. E la terra esplode. Le pietre non possono stare sotto terra, devono uscire fuori, devono mostrarsi, sono vanitose le pietre. Sono donne le pietre, come la montagna.

Trovo un passaggio verso un altro mondo ancora. Verso un rifugio, un riparo. Mi prendo una pausa dalle miserie degli uomini.

Mi perdo nei vicoli. Sono da sola perché qui non c’è più nessuno ormai “Sono partiti tutti, siamo rimasti così pochi. Solo noi vecchi…” me lo dice una signora affacciandosi alla finestra. E’ incuriosita dal mio guardare e camminare, camminare e guardare. E’ incuriosita dal mio stupore, dal mio sorridere ad ogni pianta appoggiata sugli scalini, sui davanzali di questo paese alto sulla montagna.

Ancora vicoli. Ancora piante. Ancora vuoti. Ancora silenzi.

Mi guardo allo specchio. Sorrido ancora per fortuna.

Questo piede mi fa male. Le discese mi fanno paura. Ho paura di cadere.

Mi siedo. Ho bisogno di farmi compagnia. Mi racconterò la storia di quando sono arrivata qui, dal mare e non sono più riuscita ad andare via.

Devo raggiungere la montagna. Mi sta aspettando con il ventre colmo. Mi sta chiamando.

La montagna mi mette alla prova. Pensa di potermi spaventare con le sue rocce. Ma io sono più dura di lei.

Comincio a entrare nella montagna, come se fosse una donna, piano, curva dopo curva. Io lo so bene com’è che si deve fare. Sono una donna anche io.

Cerco la montagna, sposto le felci….guardo tra gli alberi…

…e la trovo lì ad aspettarmi, pronta ad accogliermi, come solo una donna sa fare.

Il mio viaggio è finito per oggi.

4 commenti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *