Il Banchetto della Felicità,  Viaggiare

Banchetto Tour 2023 – 1-26 ottobre 2023

Banchetto al Kalabria Eco Fest – Bosco di Pollia (VV), luglio 2023 – foto Eleonora Uccellini

01/10/2023 – Reggio Calabria

Mentre scrivevo al meccanico per prendere accordi per lasciare l’auto da riparare, immaginavo questo pensiero che dovevo scrivervi per condividere con voi l’inizio di un nuovo viaggio con il Banchetto della Felicità. Ho pensato alle parole da scrivervi per chiedervi un aiuto per realizzarlo, per ricevere ospitalità, consigli su dove andare, chiamate a cui rispondere. Ho pensato alla strada che immagino di percorrere, guidando fino a Roma con uno dei miei figli e poi da sola non so dove, sapendo che il viaggio più lungo che io abbia fatto alla guida è stato per raggiungere Aliano quest’anno. Ho visto le autostrade larghe e le strade tortuose di campagna. Campeggi, ostelli. Ho visto me che preparo il caffè sul fornello da campo. Ho già qualche luogo in mente in cui andare, ma non ho alcuna certezza di niente.

Ottobre è mese di viaggi per me: nel 2021 il primo viaggio in treno e tamponi con Banchetto, nel 2022 a Marsiglia con Louis Dovet, alla Ricerca di Anna. Viaggi trasformativi. Molto impegnativi entrambi, per aspetti diversi. Ho pensato all’assurda idea che ho nel credere alla Resistenza della Felicità e a portarla in strada. E l’auto che deve essere ancora riparata. Ho pensato ai soldi che spenderò per questo viaggio senza certezze.
Ho pensato a questa totale incertezza che caratterizza questo mio andare futuro. E ho provato terrore. Il panico mi ha invasa, come non faceva da tempo. La sensazione di precipitare dentro un cunicolo e non poterti aggrappare a nulla. “Terror panico, Terror panico”, continuavo a dirmi nella mente, assecondando la caduta nel buio… Poi, a un certo punto, ti ritrovi seduta sul fondo, perché tutti i cunicoli lo hanno. La luce in alto la vedi lassù e vedi di quanti metri sei scesa giù, vedi quanto spazio hai concesso alla tua paura. Allora puoi scavare un’altra galleria, magari più in fondo, e uscire da un’altra parte, da un’altra luce.
So che avrò molta paura, durante questo viaggio che sto per fare, so che potrei essere tentata mille volte ti interromperlo e tornare a casa, so che ne sarei capace. So che avrò paura di fare tutto questo da sola. So anche che in altre occasioni, in altre storie, ce l’ho sempre fatta.
Ogni limite di cui mi accorgevo, ogni paura che mi paralizzava, Io li ho superati. Quantomeno li ho visti e affrontati, a volte con risultati devastanti per la mia anima e qualche ruga in più. E quindi mi dico che sono coraggiosa, perché io lo so da dove arriva la mia paura. La paura di non essere capace. Che nasconde il desiderio di poter chiedere aiuto ad un’altra persona, il desiderio di poter condividere le paure con chi si ama. Che nasconde la volontà di superare i propri limiti per dimostrare quanto valiamo, quanto siamo in grado di…, per poter essere riconosciuta e amata. A volte ritorna questo pensiero e si insinua in una fessura di debolezza del cuore. Me lo tengo.
Ho paura al pensiero che potrei provare paura. Me la tengo, perché non posso rinunciare al viaggio nella vita.

E dunque è tempo di preparare i bagagli.

Puoi aiutare Banchetto della Felicità Tour 2023 su PayPal Raccolta Fondi? Per la tua donazione riceverai un messaggio dall’Universo
https://www.paypal.com/pools/c/8Y566cV8G0

Qui puoi leggere la storia del viaggio con Banchetto del 2021
https://www.littlebirdsontour.com/…/il-banchetto-della…/

Qui puoi sapere qualcosa di più del viaggio Alla ricerca di Anna
https://sostieni.link/32086

Se vuoi ospitare me e Banchetto nella tua città, nella tua casa, nel tuo giardino, nel tuo locale preferito, nella tua libreria, scrivimi!

 

01/10/2023 – Reggio Calabria

Controllo Banchetto, fatto!
✅Lavagne varie
✅Tovagliette di corredi non miei
✅Luci e lucette
✅Scatola con biglietti
✅Messaggi dall’Universo
✅Sgabelli
✅Vassoio/tavolino
✅Porcellunicorno
✅Ostinazione, sorrisi, abbracci, fiducia

 

 

03/10/2023 – Reggio Calabria

Il bagaglio comincia a prendere forma. Le buste si riempiono.
Questa è la mia attrezzatura, per un’esperienza di viaggio che non ho mai fatto.
Una tenda, sacco a pelo, fornello per il caffè. Zucchero, pasti pronti, stoviglie da campo. Non so se sarò in grado, ma ho intenzione di divertirmi mentre proverò a scoprirlo.
Controllate se manca qualcosa, mentre io adesso penserò ai vestiti da mettere in valigia.

 

 

 

05/10/2023 – Reggio Calabria

Ho preparato i vestiti da portare. Ho fatto una scelta essenziale, disegnando dei modelli: uno per quando sarò con Banchetto, uno per il viaggio e uno per le occasioni di festa. Colori scuri e il bianco, il nero, Il verde, colori di terra. La disciplina del colore. È tutto anonimo, l’unica fantasia che mi sono concessa sono dei piccoli fiori su un vestito nero. Solo un paio di scarpe, gli anfibi per camminare.
Il vestito non fa il monaco, ma dice tanto di noi. Niente lustrini e paillettes per apparire (ammesso che io abbia capi così nell’armadio…), ma conforto di abbinamenti che io ho chiamato “divise”, per scomparire. Del resto, mi hanno sempre raccontato di un tempo in cui c’era l’esiguità degli armadi: un vestito per la festa e un paio per tutti i giorni. Tutto il resto è superfluo, non necessario.
Ho chiuso e riaperto la valigia almeno tre volte e ho sempre tolto qualcosa, che non serve. Per andare all’essenza si passa anche dal numero di magliette in valigia. Il centro di questo viaggio, di questo mio viaggiare, non sono io, ma sono i fatti che accadono e le storie che ne verranno fuori. Chi osserva deve passare inosservato, deve potersi confondere con il contorno. È in questa nota a margine che io voglio stare.

Adesso desidero iniziare a ringraziare per le donazioni, il divano letto, il giardino per la tenda, la bottiglia di vino, la cena vegana, i consigli dei luoghi, l’ospitalità, la ricerca dei locali per Banchetto, il passaparola, le proposte, i pensieri, l’interessamento.

Grazie Claudia, Tiziana, Rossella, Paola, Claudia, Leonardo, Riccardo, Giusy, Alessandro, Stefania, Fanny, Carol, Miriam, Francesca, Menia, Domenico, Giovanni. Siete in ordine sparso e vi porto con me.

 

08/10/2023 – Roma

Stamattina, cercando possibilità di alloggi per me e Banchetto, lungo un itinerario che si sta pian piano componendo, ho esplorato la possibilità dell’ospitalità religiosa in conventi, parrocchie, ostelli per pellegrini et similia. Sono sempre stata affascinata dalla vita conventuale e dai luoghi fisici in cui si svolge. Il silenzio, il senso di gratitudine, la contemplazione, la natura. La disciplina, la regola, la comunità. La riflessione. Confesso che la preghiera mi affascina un po’ meno, almeno quella intrisa di dottrina, abitudini, parole che si ripetono sempre uguali per tutte e tutti. Ma ho rispetto, profondo, per chi la pratica. Eppure prego anche io, seppur con altre parole e guardando in altre direzioni, per lo più tra gli alberi o le nuvole, o tra la gente. Prego ringraziando, molto raramente chiedendo. Terminando, ogni volta, con l’accettazione della volontà sua, chiunque esso o essa sia. II sito che ho consultato ha una sezione speciale “Viaggio da sola” con una selezione di strutture ricettive particolarmente adatte alle “necessità di sicurezza e tranquillità delle donne che viaggiano da sole”.

Questo è il decalogo delle caratteristiche garantite da ognuna di queste strutture (copiato dal sito): 1) dispone di camere singole; 2) le donne sole sono accolte per almeno una di queste motivazioni: lavoro, turismo, studio, famiglia, sanità, spiritualità; 3) l’accesso alla struttura è in zona illuminata e sicura; 4) dispone di un parcheggio interno oppure quello esterno è molto vicino; 5) la reception è presidiata 24 ore su 24 oppure sono fornite di un numero di telefono reperibile anche di notte, di qualcuno che si trova nella struttura o nelle immediate vicinanze; 6) le porte delle camere dispongono di una chiusura di sicurezza interna, ovvero la seconda mandata che impedisce l’accesso dall’esterno anche a chi fosse dotato di chiavi; 7) le camere assegnate a donne sole dispongono di bagno interno; le camere assegnate a donne sole non sono comunicanti con altre camere; 9) viene fornita la cena oppure nelle vicinanze sono facilmente raggiungibili negozi per ristorazione; 10) non vengono fornite informazioni sulle ospiti presenti nella struttura, a chi ne chiede in reception, al telefono o via mail, tranne nel caso di pubblica autorità.

Sei da sola? Non preoccuparti, sei libera di viaggiare perché ci siamo noi che ti controlliamo. Ecco. Margaret Atwood una volta ha detto che “Gli uomini hanno paura che le donne ridano di loro. Le donne hanno paura che gli uomini le uccidano“. Ho cercato sul sito e non c’è traccia di una sezione speciale per uomini che viaggiano da soli. Mi chiedo il perché. Qualcuna pensa che sia una figata. Che sia utilissimo. Che per fortuna che ci abbiano pensato. Io continuo a chiedermi il perché, anche se conosco bene la risposta.

Così come, a volte, mi chiedo perché questo Dio che ci hanno insegnato a pregare sia Padre e non Madre. E anche per questo conosco la risposta.

 

09/10/2023 – Roma – 9-12 ottobre 2023 – Roma, Calcata Vecchia, Trevignano Romano, Viterbo

Stamattina sono stata svegliata presto da Suor Francesca, che mi annunciava la disponibilità di un alloggio alla casa delle Clarisse di Viterbo. Le ho detto, con la voce ancora un po’ impastata dai sogni, che le avrei dato la conferma più tardi, dovevo prima risolvere un problema con l’auto. La ragazza, Cory, fedele compagna di tanta strada, aveva deciso di prendersi una pausa.

Ho preparato il caffè, nella casa silenziosa che divido con mio figlio e i suoi coinquilini, studenti fuori sede, e sono uscita per cercare un aiuto, in un quartiere a me sconosciuto. Rimbalzando da Sandro l’elettrauto, al meccanico a 100 metri a destra, poi all’officina di Antonio, che quasi si vantava della sua lista d’attesa di una settimana e a quella di Claudio, “onesto e affidabile” come testimoniano le recensioni online, per approdare infine, in una appassionata ricerca del meccanico perduto, di tappa in tappa, al tempio di Domenico.

Un luogo meraviglioso, annerito dai fumi delle marmitte, sotterraneo, pieno di vetture in rianimazione e altre defunte, nascoste negli angoli più bui. Mi ha rimandato indietro anche lui, per il troppo lavoro, alla mattina dopo. E allora mi sono arresa al fatto che avrei dovuto aspettare, era ciò che stava accadendo e non potevo farci niente. Un tempo mi sarei disperata, arrabbiata, vittimizzata per la sorte nefasta. Adesso no, ho smesso di farlo.

Uscendo dall’officina ho incontrato una ragazza che vi stava entrando, mi ha salutato con entusiasmo, io ho ricambiato. Era la figlia del proprietario. In quel momento mi è sembrato di intravedere uno spiraglio, un gancio. Ero già sulla strada di casa e a un certo punto mi sono detta “Eleonora, fai un ultimo tentativo”. Ed è andata che ho cercato il numero di telefono e ho chiamato, sperando che fosse proprio lei a rispondermi.

L’ho implorata di aiutarmi, facendo leva su questa sorellanza in cui credo ciecamente, raccontando con meno parole possibili, quelle essenziali, la storia di Banchetto e di questo viaggio e un po’ per sfinimento, un po’ per la mia ostinazione, un po’ per la magia che queste situazioni si portano dietro, sono stata ascoltata e sono tornata per lasciare l’auto.

Ho continuato ad aspettare, certo, ma con la prospettiva di tempi diversi, più corti, più certi.
E così il tempo è passato.
Ho chiamato Suor Francesca per dirle di non aspettarmi quella sera.
Ho comprato un grembiule.
Ho cucinato per mio figlio e preparato una torta di mele.
Ho letto. Ho scritto.
Ho sbiancato canovacci da cucina.
Ho guardato la gente seduta sulle panchine del parco vicino casa.
Ho camminato.
Sono diventata bravissima ad aspettare. Ci sono momenti in cui è l’unica cosa da fare. Banchetto lo avrebbe detto a chiunque avesse pescato il biglietto dalla scatola. E io sono come chiunque e non sono immune dai messaggi dell’Universo, non sono speciale, non mi fa sconti solo perché lo porto in giro.
Nel pomeriggio il signor Domenico mi ha chiamata per dirmi che Cory potrebbe essere pronta domani in tarda mattinata.
Mentre aspetto, la guerra percorre strade, la gente continua a morire e io mi chiedo se abbia ancora senso parlare della Felicità.

Questo viaggio è iniziato rimanendo ferma.

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13/10/2023 – Bolsena – 13-17 ottobre 2023 – Bolsena, Montefiascone, Grosseto, Siena, Firenze

Ci sono giorni, come oggi, in cui nessuno si siede al Banchetto. La gente passa, ci guarda, legge la parola “Felicità” e sorride, oppure strabuzza gli occhi e scappa. Io sorrido sempre, anche a quelli che scappano, perché è questo il senso di quello che faccio. Del mio stare qui seduta a guardare il mondo che passa. Imperturbabile e ferma.

Trascorro la maggior parte del tempo in strada, che diventa la casa per il mio cuore nomade. Presidio il mio folle metro quadrato oppure misuro i luoghi in cui mi fermo, per conoscerli e ricordarli. In ogni città ho nuovi vicini: tabaccai, panettieri, librai, gioiellieri, fruttivendoli. Ho tutto a portata di mano. Non manca nulla in questa casa che non ha pareti a disegnare confini tra il dentro e il fuori e che ogni giorno diventa sempre più grande e bellissima. Apro nuove finestre ogni giorno, su panorami che mi riempiono gli occhi di meraviglia. A volte mi commuovo.

Mi capita di pensare sempre a mio padre e alla frase che ci ripeteva spesso, “Prima di andare all’estero dovete conoscere l’Italia che è bellissima”. E così, camminando tra vicoli medievali, alzando gli occhi a cercare la fine dei campanili, seguendo le linee delle facciate delle chiese, contando le finestre nelle mura, toccando la polvere sulle pareti, lo rivedo camminare davanti a noi, figlie bambine che non vedevamo l’ora di sederci o di entrare in un negozio di giocattoli. Mi ha insegnato ad amare l’arte e ogni episodio della creatività della nostra storia umana. Leggeva poco lui, ma sapeva sfogliare le cattedrali e le piazze.

L’avventura di Banchetto è iniziata quando lui non c’era già più e non so immaginate che cosa ne avrebbe pensato. Forse non mi avrebbe risparmiato una delle sue solite battute di spirito, crudeli a volte, come le mie. Forse mi avrebbe suggerito luoghi in cui fermarmi.

Mentre chiudevo Banchetto per il pranzo, ho ricevuto la visita di un grillo. Si è fermato lì sulla lavagna, proprio sopra la parola “Universo”, gli ho chiesto di rimanere un po’, a sostituirmi in questa mia ostinazione. Credo sia un piccolo miracolo. Proprio qui, nella città del Miracolo Eucaristico, dell’ostia sanguinante, delle lastre di marmo con le gocce di sangue conservate nella cripta di Santa Cristina. Che però per vederle devi pagare il biglietto. Devi pagare per vedere il segno di un miracolo

Al mio ritorno, al posto del grillo ho trovato V. lo scrittore, “Ma de’ più”, del Gospel Verbum, vergato a mano su un quaderno arancione, come il suo cappello.

La strada regala sempre miracoli.

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18/10/2023 – Bologna – 18-25 ottobre 2023 – Bologna, Ancona, Corato, Castel del Monte, Conversano, Bari

Questi giorni sembrano molti di più. Oggi a Bologna il cielo è grigio, piove un umido denso. Banchetto deve necessariamente stare a riposo e ne approfitto anche io, è così che la strada decide per noi.

Questo mi permette di fermarmi sul cammino che ho fatto, su tutti i bellissimi sorrisi che ho raccolto e che mi porto stretti stretti nel cuore.

Ragiono sulle donne che mi hanno ospitato nelle loro case o semplicemente nel tempo di un incontro, a quelle che si sono prodigate per me: amiche, parenti, suore, sconosciute. E immagino la possibilità di una rete di donne che ne ospita altre, donne che viaggiano, da sole, per raggiungere se stesse, per cercare una casa da abitare dentro. Ne parlo con le amiche, con le mie donne, ci prende l’entusiasmo, cerchiamo soluzioni.

Ragiono sugli amici che si sono ritrovati a vivere fuori, al figlio che vuole ritornare in Calabria, al caffè in piazza Duomo a Firenze che costa 4,50 eurini, alla quantità di gente che cammina per le strade e riesce a non urtarsi anche se nemmeno si vede. E immagino la possibilità di un abitare consapevole la città in cui sono nata, in un ritorno e in uno stare al sud. Che forse anche le piccole città possono diventare grandi se chi ci vive lo fa impegnandosi ogni giorno a creare un paradiso sotto il sole, costruendo ciò che non c’è.

Ragiono sui prossimi giorni di viaggio, che saranno bagnati e freddi nei luoghi che avevo segnato sul cammino. Le rotelle di Banchetto scivolano sulla pioggia. Bisogna cambiare i programmi.

In verità anche le mie rotelle scivolano con la pioggia e il maltempo previsto lungo l’itinerario tenta e sollecita i limiti delle mie paure. Da un lato, Ele, guardandomi rigida, mi dice “Ecco un’altra sfida da superare, devi farlo, dimostra a te stessa che sei in grado di viaggiare sotto la pioggia e il vento!”. Le risponde subito Nora, senza pensarci troppo, placidamente sorridente, “Puoi anche smetterla di importi sfide da superare, stai diventando pesante e pericolosamente teatrante, puoi percorrere altre strade. Soleggiate, o attraversate da poche nuvole grigie”.

Basta acqua che cade dal cielo, mi sono lavata abbastanza.

Basta vento che soffia da nord, ne ho già troppo nei capelli.

Andiamo a cercare il sole e iniziamo il ritorno in quella casa che sta laggiù. Venite con me.

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26/10/2023 – Reggio Calabria – 25-26 ottobre 2023 – Napoli, Reggio Calabria

C’è sempre un momento, quando viaggio con Banchetto, in cui sento che è arrivato il tempo di tornare a casa, che tutto ciò che si doveva fare è stato fatto. Questa volta è successo a Bari.

L’ho capito dagli occhi di luce di A., che mi hanno parlato, dallo spezzarsi di una delle ruote di Banchetto, che ora non sta più in piedi, dal diluvio di Napoli di ieri, appena arrivata. Eccolo il momento di fermarsi per riposare, per mangiare una pizza buonissima, aggregata al tavolo dei “sulille”, per raggiungere un figlio con cui viaggiare al ritorno, per terminare la sciarpa colorata all’uncinetto piena dei fatti che sono accaduti.

Sono dunque tornata. Ho portato su i bagagli. Ho aperto una busta che mi rimandava oggetti mandati, ho letto le parole che li accompagnavano. Ho messo i regali ricevuti da un lato. Ho appoggiato Banchetto alla sedia, per non farlo cadere. Adesso dovrà cambiare anche lui, dovremo avvitare rotelle più potenti, o costruirgli una valigia completamente nuova, mi farò aiutare dai miei figli.

Più in là vi ringrazierò, tutte e tutti e dovrò scrivere un’enciclopedia.

E poi vi dirò della sciarpa.

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