Vita da Locandiera

#vitadalocandiera – La Signora M.

Un paio di anni fa, una signora anziana che viveva da sola in un appartamento dall’altra parte della strada, venne trovata senza vita in casa, la vicina non la vedeva da un paio di giorni. L’ultima cosa che aveva fatto era stato lavarsi i capelli nella vasca. La ricordavo poco, quando la incontravo nei dintorni era vestita sempre benissimo, tutta abbinata. Qualche giorno dopo prenotarono al b&b due donne, erano le nipoti venite a sbrigare le ultime faccende, tra cui liberare la casa dalle sue cose.
Suggerii loro uno svuotacantine, perchè mi dissero di essersi perse tra le cose da dare via della zia. Capita che mi metto a disposizione, in questi casi. E se fosse capitato a me? Non avrei desiderato di incontrare persone disponibili ad aiutarmi?
E quindi finì che mi chiesero di supervisionare l’operazione di svuotamento dicendomi che avevano piena fiducia in me, mi diedero le chiavi dell’appartamento, mi dissero di prendermi tutto ciò che volevo, mi ringraziarono, salirono su un aereo e se ne tornarono a casa.
Appena sola, entrai nell’appartamento, in piccola parte già imbustato in sacchi neri. Mi sentivo ripetere “si prenda quello che vuole, lei è stata così gentile con noi!” e più mi guardavo intorno e più mi sentivo come una ladra che fruga nelle case degli altri per trovare il tesoro. E insieme provavo una specie di dispiacere nel sapere che le cose della signora M. sarebbero finite in discarica o sui tavolini del Mercato delle Pulci. Oggetti, vestiti, detersivi, scarpe, quotidiano disperso.
Mentre gli addetti caricavano mobili e scatoloni e bustoni sul camion, io stavo seduta sulle scale, sul pianerottolo, raccontavo a Louis di quel fatto bizzarro che mi stava accadendo. Erano i primi giorni che lo conoscevo, era bello scriversi di noi.
E alla fine qualcosa ho preso, per onorare la memoria di M., per salvare qualche oggetto dalla dimenticanza, per continuare il suo ricordo nella mia vita, che sa raccogliere fatti così. Ho portato con me un libro di Isabel Allende, Paula, un grande vaso di vetro verde in cui metto i tappi delle bottiglie di vino che bevo, una valigetta per l’angolo patatine in salone, un mobiletto cinese in cui ho posato due oggetti per me preziosissimi, un paio di cestini. E poi ho preso le piante, che mi si stringeva il cuore a saperle buttate via. Alcune sono ancora a casa mia, altre le ho messe in alcune fioriere in città, adottate da un gruppo di cittadini, altre le ho date a un’amica. Ed è stata proprio lei che oggi ha fatto riaffiorare questo ricordo, mandandomi la foto di un cactus tutto pieno di fiorellini fucsia. Mi ha scritto “Ogni anno quando mi fa questo regalo meraviglioso penso alla signora e a te che hai pensato a me”.
Ho risposto “Che meraviglia!”.

Tutto quello che ci accade può essere una fioritura continua, se solo lo permettiamo.

(La foto è di Francesca Panuccio)

 


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