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Sangianne.

Aspetto il giorno di ieri con gioia, da qualche anno. Raccolgo fiori e preparo l’acqua di San Giovanni e i mazzetti di erbe e fiori da regalare a due amiche, le mie Sangianne, T. e E., le cummari ‘i mazzettu.

È una tradizione tipicamente femminile che si ritrova in diversi luoghi e in diverse modalità. Ma restano sempre l’acqua, i fiori e la Luna.

L’anno scorso ero in un altro luogo e Lui mi ha accompagnata nella raccolta, tra la campagna lungo la strada verso Casa e il giardino. Ero arrivata proprio quel giorno. Abbiamo messo l’acqua e il raccolto in una larga bacinella di rame, l’abbiamo accolta tra le nostre gambe, uno di fronte all’altra, ci siamo presi per mano e abbiamo riunito le nostre energie, come l’uomo e la donna del principio, dentro la luce della Luna e di fronte al Grande Albero. Quell’Albero mi ha sempre affascinato, con quelle due punte che crescevano, una accanto all’altra, insieme ma separate. Lui mi disse che uno dei due tronchi si sarebbe dovuto tagliare molto tempo prima, perché l’albero potesse svilupparsi armonicamente, ormai sarebbe andato avanti bizzarramente così. Quando ero triste attaccavo il naso alla finestra e lo guardavo, mi sentivo accolta, accarezzata, mi perdevo tra i rami e lasciavo spazio per un nuovo sorriso. È il potere della Grande Madre, connessa a tutte le cose.

In quell’acqua si specchiava l’Unione, dei principi maschile e femminile, perché è così che deve essere, e non è del genere che parlo, ma delle nostre anime, che decidono come agire nella vita, indipendentemente dal corpo. In questi tempi così divisi parlare di Unione mi sembra quasi un’utopia. Tutte le unioni, oltre l’amore, hanno alla base sentimenti che abbiamo dimenticato: la compassione e il perdono. Queste sono le unioni Sacre, generatrici di vita. Riconoscere i nostri errori e perdonare quelli dell’altro. Ne siamo davvero capaci? Se mi guardo intorno mi rispondo che non lo siamo, proprio per niente. Ma se mi guardo dentro mi rendo conto che devo provare in tutti i modi a dimostrare che invece ne siamo proprio capaci.

È stato così bello restare seduti lì in balcone, divisi da un acqua che è diventata così potente. Ogni volta che mi sono bagnata con quell’acqua ho sentito un brivido che mi passava su tutto il corpo, come una scarica elettrica che riattiva e nutre quell’energia che abbiamo dentro. Ho conservato una bottiglia di quell’acqua. Lì ci sono ricordi preziosi e l’acqua conserva la memoria delle cose del mondo.

Con una parte del raccolto avevo preparato i mazzetti per le Sangianne, quell’anno anche per V., che è figlia di fiori e erbe profumate. Ogni ramo aggiunto ai mazzetti è un pensiero d’amore, è un ricordo di un fatto, è un sorriso quando serve, è soprattutto braccia sempre aperte. Che braccia grandi che hanno avuto, per accogliere questo mio anno passato…eppure sono state sempre lì, ad aspettare che scrivessi “sono arrivata” oppure “sto bene, sono felice”. Mi hanno lasciata libera di seguire il mio cuore, anche se a volte hanno pensato che fosse sbagliato. È un grande amore questo. Nessuno ha obbligato T. e E. ad amarmi. Sono semplicemente amichE. Dovrebbe essere così l’amore tra due persone, come quello degli amici.

Ieri ho rinnovato la tradizione, con sempre maggiore gratitudine. Ho cercato i fiori. Ognuna di noi l’ha fatto. Sono arrivata fino al mare e mi sono seduta a guardarlo un po’, a osservare le vite minute che avevo intorno, in un piccolo attimo di poesia umana. Ho raccolto margherite gialle, bella di notte rosa, gelsomini bianchi, nasturzi arancioni, gerani, fiori di carota selvatica, buganvillea, ulivo e salvia, rosmarino e maggiorana dal mio balcone. Avrei messo anche un paio di promessi sposi fucsia, se solo la proprietaria mi avesse permesso di prenderli. Non è stato facile trovare fiori in una zona residenziale della periferia sud, ma è stato ancora più bello perché ho dovuto cercare i colori tra marciapiedi sconnessi, carte e immondizia per terra, condomini tristi, foglie secche mai spazzate via e alla fine, però, guardando il cesto con i fiori colorati, ci si rende conto che la Bellezza devi solo saperla cercare, perché è sempre a portata di mano. A casa li ho messi in acqua, aggiungendo anche quella dell’anno scorso, a trasmettere memorie, per la notte, sotto la luna. E stamattina mi sono bagnata il viso con quell’acqua profumata, sono stata grata alla vita e per tutto l’amore che mi circonda. Regalerò una boccetta della mia acqua alle altre, che in questo scambio di fluidi ci regaliamo anche pensieri, emozioni, gesti, affetti.
Come a dire che quando incontri qualcuno non sei più come prima.
Come a dire che le acque si uniscono a formare nuovi mari.

 

Per saperne di più sui compari e cummari ‘i mazzettu in Calabria leggi qui

 

 

 


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