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Pensare – Pagina 5 – LittleBirds On Tour

Pensare

  • Pensare,  Raccontare

    Respira

    Ci sono mattine in cui le storie si svegliano prima di te e l’unica cosa da fare è lasciarle uscire fuori per evitare di rimanerne soffocata. “Respira!” era ciò che le dicevano sempre quando aveva quelle crisi in cui le mancava il fiato. “Stai calma e respira!”. Li odiava quando glielo dicevano, perché lo sapeva benissimo che respirare era l’unica cosa da fare in quei momenti e non è che non volesse farlo. Ma non riusciva a farlo. Come se fosse facile respirare, come se bastasse inspirare l’aria dal naso, sentirla passare in gola e spingerla giù fino ai polmoni. Era l’aria a non voler entrare nel suo corpo. Oppure…

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    L’otto marzo lotto, sorridendo e ballando

    Io lo festeggio l’otto marzo, perché essere donna è una cosa da festeggiare. Ma io festeggio anche il tre e il sette e il nove, e farò festa anche ad aprile e ad ottobre e l’anno prossimo e quello ancora dopo e fino a quando sarò qui, lo farò. Non lo nascondo, sono una donna fortunata e voglio prendermene un po’ il merito. Perché così come si impara ad essere felici si deve imparare ad essere donna. Io l’ho imparato poco tempo fa e da allora non ho più smesso. Vivo insieme a quattro uomini (tre adesso, in verità) con i quali credo di aver fatto un ottimo lavoro. Nessuno di…

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    Un altro anno

    Io sono nata l’1 settembre e quel giorno, oltre ad essere il mio compleanno, rappresenta per me l’inizio del nuovo anno. Del resto, lo era anche per i bizantini. Quel giorno lo vivo con un piede pronto a compiere un passo in avanti nel futuro e con l’altro invischiato nella sacca dei ricordi di ciò che ho vissuto durante l’anno appena compiuto. Con quella malinconia e quei sentimenti traballanti che adoro, con l’ansia di scoprire cosa mi aspetta e con la tristezza perversa del tempo che passa. Eppure, quando mi volto indietro, scopro che le cose che ho fatto sono più di quelle che avrei voluto fare e non ho…

  • Pensare,  Raccontare

    Una volta si può anche piangere

    Io, il giorno dopo il suo funerale, sono partita. E’ successo un anno fa. Avevo programmato da tempo quel viaggio e tra gli appuntamenti ce n’era uno particolarissimo: ero riuscita a trovare un posto per andare a vedere il Cenacolo di Leonardo da Vinci. Lo avevo detto a mio padre e lui contentissimo mi aveva risposto, sgranando gli occhi,  “Che culo!“. Ero già stata a vederlo una volta perché, da piccola, era stato lui a portarmi e ricordo che allora non c’erano file, non c’erano prenotazioni, non c’erano controlli, non c’erano tempi di visita da rispettare. C’era solo il dipinto, a due passi dai visitatori, che quasi si sarebbe potuto…

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    Pezzetti

    L’altra sera sono uscita con la Ragazze per una delle nostre “uscite rituali”, ovvero quelle in cui lasciamo cadere per terra (o nel mare…dipende) un pezzetto di ciò che siamo state e che non fa più parte di noi. Ne parliamo tutta la sera, lo esaminiamo, lo osserviamo dall’esterno, lo valutiamo per tutto ciò che ci ha dato e tutto ciò che ci ha preso e lo ringraziamo prima di lasciarlo andare. Ce ne liberiamo, così da far spazio ad altri pezzetti di noi che erano nascosti e che costruiranno ciò che saremo. Un po’ come perdere i denti da latte. Un po’ come cambiare la pelle. Un po’ come fa…

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    Io e la Calabria

    E cosa vuoi che dica il mio articolo? di cosa vuoi che io parli? Voglio che dica cosa si dovrebbe finalmente fare per far andare le cose per il verso giusto, lineare, semplice, incisiva e penetrante come sai essere tu Ognuno dovrebbe fare il proprio dovere, dagli amministratori, al cittadino, all’operatore delle società partecipate, tutti Ma c’è un problema, quanto senso di appartenenza a questa città pensiamo di avere? Quanto ci sentiamo legati alla terra in cui siamo nati e quanto ci identifichiamo con essa? Finché ci aspetteremo che la soluzione ai problemi debba arrivare dagli altri non ci potrà essere sviluppo e crescita e questo è purtroppo un problema…

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    Conservare e cancellare

    Io penso spessissimo a questa cosa qui, ovvero al fatto che tutte le parole che scriviamo si possono cancellare o conservare. Ieri ero in un club molto esclusivo in città (…così mi dicono), aperto solo ai soci che ne fanno parte: velluti, mobili in stile, specchi, libri, un pianoforte a coda e tutto intorno un bel giardino a creare un filtro/barriera tra noi e loro. Una barriera per conservare quello che può entrare e per cancellare quello che resta fuori. Per carità…gentilissimi tutti ed educatissimi e garbatissimi e compitissimi. Ecco, issimi. Apparentemente perfetti. Insomma, non era l’ambiente ideale per me che sono notoriamente e felicemente imperfetta. E il destino si è impegnato…