Pensare

8-12-2021-2022-12-8

Quella a sinistra sono io un anno fa, la sera prima di impastare e friggere le Crispelle dei Canale.
Mentre quella a destra sono sempre io, oggi, ma senza essere più io e senza odore di fritto nei capelli.
Ho cinque chili in meno e tutta una serie di consapevolezze  in più, che riempiono buchi arcaici.

Ho nuove rughe bellissime e non c’è acido ialuronico che possa riempirle  o attenuarle. Voglio tenerle, perché è l’amore che me le ha scritte addosso.
Ho capelli bianchi che non voglio coprire di colori colorati per nascondere chi sono, come se fossi il pagliaccio di me stessa.
Ho occhi stanchi a cui non è stato risparmiato di vedere gli sbagli, il dolore provato e provocato, le ferite degli anni, il vuoto da riempire.
Ho occhiaie che sono scodelle che hanno raccolto tutte le lacrime, anche quelle che la disperazione ha seccato dentro.
Ho labbra mangiate dalle parole che ho tirato fuori e dalle verità che mi si sono piazzate davanti. Dalle parole domandate a un padre che non c’è più e che non può rispondere, e chissà poi se avrebbe risposto.
Ho mani segnate da carezze sincere di amore e tenerezze cercate. Ma anche da acque fredde e pasti cucinati in tutta una vita.
Ho dita che tremano seguendo le righe di una storia scritta e impugnano una penna rosa per continuare a scriverla.
Ho piedi consumati dal troppo cercare la cura miracolosa che guarisse la bambina piangente, senza accorgermi che sarebbe bastato un fiore da donare a mio padre, per trovare la pace.
Ho unghie finalmente più lunghe di quelle di un bambino, ma ancora troppo fragili per arrampicarmi sulla montagna del silenzio e guardare le nuvole sul mondo.
Ho un cuore che continua a pompare sangue in cui galleggiano particelle di desiderio e visione. Forse solo questo può salvarmi. Il mio cuore. Il mio desiderio. Le mie visioni.

E ho una cosa che non ho, a cui scrivo una lettera ogni giorno perché sappia che ha avuto il dono di tirarmi fuori tutto.

5 commenti

  • Louis

    Una volta ho letto di una stregoneria…
    Era praticabile solo tra due persone unite da un amore profondo, abnegato, immortale.
    Se una delle due persone fosse stata colpita da un male incurabile e fosse stata sul punto di morire, lo stregone infondeva all’altra il potere di aspirare, letteralmente, il cuore del male dal petto dell’amata/o.
    Estraeva una nuvola nera, maleodorante, di aria marcia. Respirandola. Inghiottendola.
    E moriva, lentamente, assorbendone il dolore ed il destino.
    L’amata/o invece, guariva.
    Continuava a vivere, tuttavia, con il peso di quel gesto d’amore. Di quella perdita.
    Commettere nuovamente gli sbagli che avevano provocato l’insorgere del male avrebbe rotto l’incantesimo e…

    • littlebirds

      e…?
      Io ho letto anche un’altra storia, proprio ieri mattina: “Una donna di Sung agognando il marito, si recò sulla sua tomba e vi rinacque
      come albero. Adesso è chiamato l’albero dell’amore reciproco”. Il dolore ha portato la donna nella tomba, permettendole di compiere il viaggio spirituale sotterraneo, attraverso la morte. E da quella morte la donna ha imparato ad amare.
      Solo a chi si ama così è dato di vivere e di morire insieme.

  • Louis

    … allora è una leggenda che risale a tempi non troppo lontani, quando Sung fioriva come città di scambi, un caravanserraglio sulle rotte dei mercanti…e a questo scopo Italo offriva tariffe agevolate.

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