Raccontare

Fallimenti

FB_IMG_1445616940651Nella mia precedente vita (ovvero qualche anno fa) vivevo il fallimento come un dramma. Era un buco nero che avrebbe irrimediabilmente risucchiato e azzerato tutti gli sforzi che facevo per raggiungere la perfezione. Il fallimento mi faceva capire che non sarei mai stata perfetta nonostante tutte le energie che consumavo in questa titanica impresa. Ieri mi dannavo, piangevo, lanciavo piatti per terra, non riuscivo a respirare, oggi rido sonoramente di me stessa: mentre cado (come è successo stamane appena uscita dal bar dopo l’aperitivo con il Locrideo), mentre sbaglio, mentre mi dimentico le cose e mentre fallisco, con soddisfazione.

Per esempio.

L’altro giorno mi chiama Dino e mi dice “Little Birds, perché non vieni in cantina da noi? Stiamo vendemmiando, ci dai una mano, parliamo un pò, ti racconto qualcosa di noi e mangiamo insieme”. Ovviamente ho detto di si.

Volevo però aggiungere qualcosa di diverso ai miei soliti viaggi in solitaria in giro per la Calabria alla ricerca di amici. Ci penso un po’ su e mi viene in mente un’idea che, presuntuosamente, giudico fighissima: decido di condividere i posti auto liberi e i primi che si prenotano viaggiano con me dividendo le spese. Inizio a pubblicare post su Facebook,  tweet su Twitter, foto su Instagram, messaggi su WhatsApp…mi dico “ma che bella idea che ho avuto! Ho inventato il Bla Bla Car Enoico! Ecc…ecc…”. Il mio Ego Ipertrofico gongolava e pregustava il successo dell’evento.

Poi però arriva la realtà e niente di tutto questo avviene. La fatina Little Birds si scontra con il mondo polveroso. All’isola che non c’è tutto sarebbe andato come avevo pensato ma qui dove vivo l’unica cosa che accade è  fallimento. Divertentissimo, meraviglioso, ma pur sempre un fallimento: “ma che idea carina”, “vorrei ma non posso”, “peccato, fosse stato di sabato”, “ora vedo”, “sei troppo avanti” e altre amenità del genere.

Sarà che sono troppo avanti, sarà che hanno avuto paura di essere cazzati (come qualcuno sostiene che io faccia spesso),  sarà che non si sono fidati della mia guida, sarà che ogni cosa nuova ha bisogno di essere sperimentata prima da qualcuno per diventare inoffensiva, fatto sta che in auto eravamo io, mia sorella Federica (la fotografa ufficiale), Canale e mio figlio Fabrizio. Ma la bella notizia è che ci siamo divertiti, tanto. Così tanto che lo racconterò un’altra volta, alla faccia di chi non è stato con noi ignorando che noi, quando andiamo in giro, lasciamo che le cose accadano e diamo fiducia all’universo perché ormai non ci delude mai.

Ovviamente, il fallimento ormai non può più scalfire una persona ostinata e presuntuosa come me. E quindi, dritta per la mia strada, che tocca un po’ di nuvole e poi scende giù su questa terra, riproporrò il viaggio condiviso, anche perché mi ha chiamata Cesare e mi ha detto “Little Birds, perché non vieni in cantina da noi? Stiamo vendemmiando…”. E  Little Birds preferisce sempre dire si…

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